02/05/2012
Sull'intimazione del duca di Parma Ottavio
Farnese, a Troilo II de' Rossi, feudatario sansecondino, di dichiararsi
suo vassallo e di giurargli fedeltà:
Marco Pellegri, nel capitoletto
dedicato al profilo di Troilo II de' Rossi narra di un singolare carteggio
tra il feudatario sansecondino ed il duca di Parma Ottavio Farnese.
Questi, al fine di ottenere
atto di sottomissione, il 13 gennaio 1556, invia a Troilo II una
lettera, intimandogli di dichiararsi vassallo e giurargli fedeltà.
Ad un netto rifiuto l'intimazione
veniva rinnovata con l'affissione nella Borgata di San Secondo di adeguato
manifesto che fissava il termine perentorio di sette giorni.
Per tutta risposta il Marchese
di San Secondo faceva attaccare ad un pilastro, nella contrada maestra
di San Michele in Parma, uno scritto dichiarante che lui aveva giurato
fedeltà solo a Papa Giulio III, che lo aveva lasciato libero interamente
e pienamente, e se vi fosse ancora gli renderebbe di nuovo obbedienza.
Ma asseriva in pari tempo di non conoscere né Papa Paolo IV, né
duca Ottavio Farnese, né padrone e sovrano.
La narrazione del Pellegri
prosegue con la illustrazione delle ritorsioni ducali, peraltro sempre
molto "romanzate", che seguirono in quell'anno 1556, compresi l'atterramento
di due baluardi che difendevano la rocca ed il riempimento di terra
delle fosse che ne cingevano le mura.
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